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The '''Catacomb of Santi Marco e Marcelliano''' is a ] between the ancient ] and ] in what is now the ] district of ]. With the ] and the ], it is one of three catacombs in the Callixtian Complex between the via Appia antica, via Ardeatina and vicolo delle Sette Chiese. |
The '''Catacomb of Santi Marco e Marcelliano''' is a ] between the ancient ] and ] in what is now the ] district of ]. With the ] and the ], it is one of three catacombs in the Callixtian Complex between the via Appia antica, via Ardeatina and vicolo delle Sette Chiese. | ||
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In ancient sources it is known as "of Basileus at Saint Marcus and Marcellianus". Basileus was the owner of the land in which it was excavated. After the ] in 313 the catacomb was named after the two best-known martyrs buried in it, ] - several ancient documents use the double name | In ancient sources it is known as "of Basileus at Saint Marcus and Marcellianus". Basileus was the owner of the land in which it was excavated. After the ] in 313 the catacomb was named after the two best-known martyrs buried in it, ] - several ancient documents use the double name | ||
It is also often known as ''dei Santi Marco e Marcelliano e di papa Damaso'' (of Saints |
It is also often known as ''dei Santi Marco e Marcelliano e di papa Damaso'' (of Saints Mark and Marcellian and of ]). ] (296) was buried alongside Marcus and Marcellianus in an underground basilica, with the site also having a second semi-underground basilica with the tomb Damasus had chosen for himself, his mother Laurentia and his sister Irene. Only traces remain of these above-ground structures. The ancient sources do not mention other martyrs buried there and the catacomb does not include a place of worship. | ||
==History and description== |
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La catacomba fu visitata per la prima volta, dopo il lungo periodo medievale di oblio, da ], che la esplora nel ] e la descrive nella sua opera postuma ''Roma sotterranea'' (1632). Viene poi nuovamente esplorata da ] nel 1868, che però la identifica erroneamente con il cimitero di Balbina. | La catacomba fu visitata per la prima volta, dopo il lungo periodo medievale di oblio, da ], che la esplora nel ] e la descrive nella sua opera postuma ''Roma sotterranea'' (1632). Viene poi nuovamente esplorata da ] nel 1868, che però la identifica erroneamente con il cimitero di Balbina. | ||
], che compie scavi sistematici nel sopraterra negli anni 1902-1905, identifica infine il complesso con la catacomba dei santi Marco e Marcelliano. Egli infatti trovò, sotto il cortile dell'istituto San Tarcisio (poi dei ]), in via Appia antica, alcune strutture absidate (che identificò con le basiliche di cui parlano le fonti antiche) e la cosiddetta ''cripta delle quattro colonne'', con le sue importantissime pitture. La scoperta di un frammento di un'epigrafe di papa ], e di due iscrizioni graffite riferite ai due martiri, sono la prova definitiva dell'identificazione del complesso, contro la polemica sollevata da ], che lo identificava invece con il ]. |
], che compie scavi sistematici nel sopraterra negli anni 1902-1905, identifica infine il complesso con la catacomba dei santi Marco e Marcelliano. Egli infatti trovò, sotto il cortile dell'istituto San Tarcisio (poi dei ]), in via Appia antica, alcune strutture absidate (che identificò con le basiliche di cui parlano le fonti antiche) e la cosiddetta ''cripta delle quattro colonne'', con le sue importantissime pitture. La scoperta di un frammento di un'epigrafe di papa ], e di due iscrizioni graffite riferite ai due martiri, sono la prova definitiva dell'identificazione del complesso, contro la polemica sollevata da ], che lo identificava invece con il ]. | ||
Nel XX sec. nuovi scavi vengono compiuti nel ] da ], e la topografia del complesso viene sistematicamente studiata da monsignor ], rettore del ]. Gli scavi di Saint-Roch hanno fatto luce, almeno in parte, sulla topografia della catacomba e sulla sua datazione. L'archeologo ha identificato l'esistenza di una serie di regioni, che coprono un arco di tempo che va dalla tarda età ] alla fine del ]. | Nel XX sec. nuovi scavi vengono compiuti nel ] da ], e la topografia del complesso viene sistematicamente studiata da monsignor ], rettore del ]. Gli scavi di Saint-Roch hanno fatto luce, almeno in parte, sulla topografia della catacomba e sulla sua datazione. L'archeologo ha identificato l'esistenza di una serie di regioni, che coprono un arco di tempo che va dalla tarda età ] alla fine del ]. | ||
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La regione centrale, dalla quale si sviluppano tutte le altre, ha origine da uno scalone costruito dopo il ] (data di un'iscrizione funeraria rinvenuta nelle immediate vicinanze), ed è caratterizzata da cubicoli architettonicamente complessi, con decorazioni pittoriche e marmoree. Qui si trovano il cubicolo "delle colonne" (metà IV sec.) con le sue ricche decorazioni di marmi e mosaici, e il cubicolo "dei dodici apostoli" (seconda metà del IV sec.). Questo nucleo continua ad essere utilizzato fino agli ultimi decenni del IV sec., come prova la cronologia delle iscrizioni funerarie. | La regione centrale, dalla quale si sviluppano tutte le altre, ha origine da uno scalone costruito dopo il ] (data di un'iscrizione funeraria rinvenuta nelle immediate vicinanze), ed è caratterizzata da cubicoli architettonicamente complessi, con decorazioni pittoriche e marmoree. Qui si trovano il cubicolo "delle colonne" (metà IV sec.) con le sue ricche decorazioni di marmi e mosaici, e il cubicolo "dei dodici apostoli" (seconda metà del IV sec.). Questo nucleo continua ad essere utilizzato fino agli ultimi decenni del IV sec., come prova la cronologia delle iscrizioni funerarie. | ||
Probabilmente le tombe dei martiri venerati dovevano trovarsi in quest'area, dato il grande affollamento di sepolture (all'epoca si credeva che essere sepolti in prossimità del sepolcro di un martire faccia guadagnare la sua intercessione nell'aldilà); altri studiosi ritengono invece che le spoglie dei due martiri fossero custodite sotto l'altare della basilica subdiale eretta da ]. |
Probabilmente le tombe dei martiri venerati dovevano trovarsi in quest'area, dato il grande affollamento di sepolture (all'epoca si credeva che essere sepolti in prossimità del sepolcro di un martire faccia guadagnare la sua intercessione nell'aldilà); altri studiosi ritengono invece che le spoglie dei due martiri fossero custodite sotto l'altare della basilica subdiale eretta da ]. | ||
Da questo nucleo centrale si sviluppano poi gli altri, tutti datati alla seconda metà del IV sec., uno dei quali si sviluppa su tre piani. Viene costruito un nuovo scalone di accesso al cimitero, che ormai ha raggiunto una notevole estensione. Verso la fine del secolo cominciano a svilupparsi anche piccoli nuclei distinti dal resto del cimitero, probabilmente sepolture di famiglie facoltose. Tutti questi nuclei sembrano essere stati utilizzati fino agli inizi del V sec., come provano le iscrizioni; in seguito cessa l'utilizzo sepolcrale della catacomba, la frequentazione del santuario dei due martiri continua fino al IX sec., quando le loro reliquie vengono traslate nella chiesa dei Ss. Cosma e Damiano a Roma. | Da questo nucleo centrale si sviluppano poi gli altri, tutti datati alla seconda metà del IV sec., uno dei quali si sviluppa su tre piani. Viene costruito un nuovo scalone di accesso al cimitero, che ormai ha raggiunto una notevole estensione. Verso la fine del secolo cominciano a svilupparsi anche piccoli nuclei distinti dal resto del cimitero, probabilmente sepolture di famiglie facoltose. Tutti questi nuclei sembrano essere stati utilizzati fino agli inizi del V sec., come provano le iscrizioni; in seguito cessa l'utilizzo sepolcrale della catacomba, la frequentazione del santuario dei due martiri continua fino al IX sec., quando le loro reliquie vengono traslate nella chiesa dei Ss. Cosma e Damiano a Roma. | ||
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* {{in lang|it}} Antonio Bosio, ''Roma Sotterranea'', Roma, 1632, pp. |
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* {{in lang|it}} Giovanni Battista de Rossi, ''Escavazioni nel cimitero di S. Callisto'', in ''Bullettino di Archeologia Cristiana'', 6 (1868), pp. |
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Latest revision as of 05:59, 1 January 2025
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The Catacomb of Santi Marco e Marcelliano is a catacomb between the ancient via Appia antica and via Ardeatina in what is now the Ardeatino district of Rome. With the catacomb of Callixtus and the Catacomb of Balbina, it is one of three catacombs in the Callixtian Complex between the via Appia antica, via Ardeatina and vicolo delle Sette Chiese.
Name
In ancient sources it is known as "of Basileus at Saint Marcus and Marcellianus". Basileus was the owner of the land in which it was excavated. After the Edict of Milan in 313 the catacomb was named after the two best-known martyrs buried in it, Mark and Marcellian - several ancient documents use the double name
It is also often known as dei Santi Marco e Marcelliano e di papa Damaso (of Saints Mark and Marcellian and of Pope Damasus). Pope Caius (296) was buried alongside Marcus and Marcellianus in an underground basilica, with the site also having a second semi-underground basilica with the tomb Damasus had chosen for himself, his mother Laurentia and his sister Irene. Only traces remain of these above-ground structures. The ancient sources do not mention other martyrs buried there and the catacomb does not include a place of worship.
History and description
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Bibliography
- (in Italian) Antonio Bosio, Roma Sotterranea, Roma, 1632, pp. 179–186.
- (in Italian) Giovanni Battista de Rossi, Escavazioni nel cimitero di S. Callisto, in Bullettino di Archeologia Cristiana, 6 (1868), pp. 6–15.
- (in Italian) Leonella De Santis, Giuseppe Biamonte (1997). Le catacombe di Roma. Roma: Newton & Compton. pp. 42–44.
- (in Italian) Philippe Pergola, Le catacombe romane. Storia e topografia, Roma, 2000, pp. 204–206.
- (in French) Patrick Saint-Roch (1981). "La région centrale du cimetière connu sous le nom de "Cimetière des Saints Marc et Marcellien et Damase". Rivista di Archeologia Cristiana 57. pp. 209–251.
- (in French) Patrick Saint-Roch, Le cimetière de Basileus ou Coemeterium sanctorum Marci et Marcelliani, Damasique, 1999.
- (in Italian) Joseph Wilpert, La scoperta delle basiliche cimiteriali dei Santi Marco e Marcelliano e Damaso, in Nuovo Bullettino di Archeologia Cristiana, 9 (1903), pp. 43–58.
- (in Italian) Joseph Wilpert, Scavi nel cimitero dei Santi Marco, Marcelliano e Damaso, in Nuovo Bullettino di Archeologia Cristiana, 9 (1903), pp. 315–319.
- (in German) Joseph Wilpert (1930). "Ein wichtiger Fund von der Crypta der heiligen Marcus und Marcellianus". Römische Quartalschrift. pp. 1–5.