Revision as of 23:19, 6 January 2025 editAnomieBOT (talk | contribs)Bots6,573,695 editsm Substing templates: {{Cita libro}} and {{Cita web}}. See User:AnomieBOT/docs/TemplateSubster for info.← Previous edit |
Latest revision as of 19:10, 7 January 2025 edit undoOld Man Consequences (talk | contribs)Extended confirmed users43,807 edits stub sort |
(4 intermediate revisions by 3 users not shown) |
Line 1: |
Line 1: |
|
{{Expand Italian|Catacombe di Pretestato}} |
|
{{Expand Italian|Catacombe di Pretestato}} |
|
The '''Catacombs of Praetextatus''' is a ] complex on the left side of the ] in the modern-day ] quarter of ]. Its modern entrance is on the via Appia Pignatelli. It is named after its founder or the man who gave the land on which it was built.<ref>{{in lang|it}} {{cite web|accesso=21 ottobre 2020 |editore=Cultura e svago |title=Catacombe di Pretestato |url=http://www.060608.it/it/cultura-e-svago/beni-culturali/beni-archeologici/catacombe-di-pretestato.html}}<!-- auto-translated from unknown (Italian or Spanish) by Module:CS1 translator --></ref> |
|
The '''Catacombs of Praetextatus''' is a ] complex on the left side of the ] in the modern-day ] quarter of ]. Its modern entrance is on the via Appia Pignatelli. It is named after its founder or the man who gave the land on which it was built.<ref>{{in lang|it}} {{cite web|access-date=21 October 2020 |publisher=Cultura e svago |title=Catacombe di Pretestato |url=http://www.060608.it/it/cultura-e-svago/beni-culturali/beni-archeologici/catacombe-di-pretestato.html}}<!-- auto-translated from unknown (Italian or Spanish) by Module:CS1 translator --></ref> |
|
|
|
|
|
<!--- |
|
== Topography ==<!--- |
|
== Topografia == |
|
|
La catacomba, come detto, è posta sul lato sinistro dell'antica via Appia. Il nucleo principale (il primo livello) è composto da una lunga galleria, in origine adibita a cisterna sotterranea, e adattata in seguito a sepolcreto ipogeo: essa è chiamata ''“spelunca magna”''; fu scavata nel ] ed utilizzata come cimitero nel ]. In seguito (]) fu scavato un livello più profondo rispetto alla ''spelunca magna'', che aveva un accesso proprio ed indipendente dal primo livello. Questi due livelli furono ampliati con gallerie e cubicoli, annettendo in tal modo preesistenti sepolcreti ipogei. |
|
La catacomba, come detto, è posta sul lato sinistro dell'antica via Appia. Il nucleo principale (il primo livello) è composto da una lunga galleria, in origine adibita a cisterna sotterranea, e adattata in seguito a sepolcreto ipogeo: essa è chiamata ''“spelunca magna”''; fu scavata nel ] ed utilizzata come cimitero nel ]. In seguito (]) fu scavato un livello più profondo rispetto alla ''spelunca magna'', che aveva un accesso proprio ed indipendente dal primo livello. Questi due livelli furono ampliati con gallerie e cubicoli, annettendo in tal modo preesistenti sepolcreti ipogei. |
|
|
|
|
|
Ricchissimo di monumenti e di reperti è il sopraterra, utilizzato già in epoca non cristiana per sepolture di personaggi dell'aristocrazia senatoria e della famiglia imperiale: qui fu scoperto il ] (] d. C.), ora conservato nel quadriportico del complesso cimiteriale. Con l'avvento dei cristiani, il sopraterra si arricchì di altri monumenti. I documenti altomedievali, in particolare gli ''itinerari per pellegrini'', parlano di due basiliche, una dedicata ai santi Tiburzio, Valeriano e Massimo, e l'altra a san Zanone: di entrambe non rimane più traccia. Vi sono inoltre resti di due mausolei: uno a pianta ''esaconca'' (ossia un mausoleo rotondo con sei nicchie), ed uno a pianta quadrata con quattro esedre laterali. Basiliche, mausolei e catacomba costituivano nel ]-] una specie di vasto santuario, visitato da molti pellegrini. |
|
Ricchissimo di monumenti e di reperti è il sopraterra, utilizzato già in epoca non cristiana per sepolture di personaggi dell'aristocrazia senatoria e della famiglia imperiale: qui fu scoperto il ] (] d. C.), ora conservato nel quadriportico del complesso cimiteriale. Con l'avvento dei cristiani, il sopraterra si arricchì di altri monumenti. I documenti altomedievali, in particolare gli ''itinerari per pellegrini'', parlano di due basiliche, una dedicata ai santi Tiburzio, Valeriano e Massimo, e l'altra a san Zanone: di entrambe non rimane più traccia. Vi sono inoltre resti di due mausolei: uno a pianta ''esaconca'' (ossia un mausoleo rotondo con sei nicchie), ed uno a pianta quadrata con quattro esedre laterali. Basiliche, mausolei e catacomba costituivano nel ]-] una specie di vasto santuario, visitato da molti pellegrini. |
|
|
---> |
|
|
|
|
|
== Storia == |
|
== History ==<!--- |
|
Il cimitero di Pretestato sorse a cavallo tra il II ed il III secolo, l’utilizzo sepolcrale dell’area ebbe inizio a partire dagli ultimi decenni del II secolo d.C., a seguito di una rifunzionalizzazione di parte del Triopio di ]: il lussuoso polo residenziale realizzato su proprietà precedentemente appartenenti alla famiglia degli Annii, ed ereditate dal letterato greco dopo la morte della moglie ]. |
|
Il cimitero di Pretestato sorse a cavallo tra il II ed il III secolo, l’utilizzo sepolcrale dell’area ebbe inizio a partire dagli ultimi decenni del II secolo d.C., a seguito di una rifunzionalizzazione di parte del Triopio di ]: il lussuoso polo residenziale realizzato su proprietà precedentemente appartenenti alla famiglia degli Annii, ed ereditate dal letterato greco dopo la morte della moglie ]. |
|
Il complesso venne scelto dai membri dell’aristocrazia romana e dai liberti imperiali per l’edificazione delle proprie ricche sepolture <ref> {{cita libro | nome=Mazzei Barbara, Salvetti Carla| titolo=Il sarcofago attico degli Amorini a Pretestato. Restauro e nuove considerazioni iconografiche |rivista= Rivista di Archeologia Cristiana| volume=76 | |
|
Il complesso venne scelto dai membri dell’aristocrazia romana e dai liberti imperiali per l’edificazione delle proprie ricche sepolture <ref> {{cita libro | nome=Mazzei Barbara, Salvetti Carla| titolo=Il sarcofago attico degli Amorini a Pretestato. Restauro e nuove considerazioni iconografiche |rivista= Rivista di Archeologia Cristiana| volume=76 | |
Line 19: |
Line 19: |
|
Caduto in oblio ed abbandonato, il complesso cimiteriale tornò a essere visitato a partire dal ]. Fu scoperta una scala di accesso dal ], ancora praticabile nel ] ai tempi di ]: da essa si calarono diversi visitatori che lasciarono i loro graffiti e le loro firme. Altri graffiti sono stati trovati risalenti agli inizi del ]. Fu il de Rossi, nel ] ad annunciare non solo la scoperta della catacomba, ma la sua identificazione con quella di Pretestato. In tempi recenti, le catacombe sono state studiate, in particolare da Enrico Josi e da Francesco Tolotti negli ] del secolo scorso. |
|
Caduto in oblio ed abbandonato, il complesso cimiteriale tornò a essere visitato a partire dal ]. Fu scoperta una scala di accesso dal ], ancora praticabile nel ] ai tempi di ]: da essa si calarono diversi visitatori che lasciarono i loro graffiti e le loro firme. Altri graffiti sono stati trovati risalenti agli inizi del ]. Fu il de Rossi, nel ] ad annunciare non solo la scoperta della catacomba, ma la sua identificazione con quella di Pretestato. In tempi recenti, le catacombe sono state studiate, in particolare da Enrico Josi e da Francesco Tolotti negli ] del secolo scorso. |
|
---> |
|
---> |
|
|
== Martyrs ==<!--- |
|
== I martiri di Pretestato == |
|
|
Analogamente ad altre catacombe, anche in quella di Pretestato sono diversi i martiri e i santi ricordati e celebrati. Abbiamo già menzionato al fatto che nel sopraterra, in due distinte basiliche, venissero commemorati i santi Tiburzio, Valeriano, Massimo e Zenone. Nella ''spelunca magna'' poi erano disposte quattro stazioni devozionali, ove erano stati sepolti cinque martiri: il vescovo ], Felicissimo e Agapito diaconi di ], ed i martiri ] e Gennaro. |
|
Analogamente ad altre catacombe, anche in quella di Pretestato sono diversi i martiri e i santi ricordati e celebrati. Abbiamo già menzionato al fatto che nel sopraterra, in due distinte basiliche, venissero commemorati i santi Tiburzio, Valeriano, Massimo e Zenone. Nella ''spelunca magna'' poi erano disposte quattro stazioni devozionali, ove erano stati sepolti cinque martiri: il vescovo ], Felicissimo e Agapito diaconi di ], ed i martiri ] e Gennaro. |
|
|
|
|
|
La ''Notitia ecclesiarum urbis Romae'' (itinerario per pellegrini, chiamato ''“itinerario di Salisburgo”'' perché scoperto in un codice di ], conservato alla biblioteca nazionale di ]) ci informa dell'esatto percorso seguito dai pellegrini: essi visitavano dapprima la basilica dei santi Tiburzio, Valeriano, Massimo nel sopraterra; scendevano poi nella catacomba per sostare dinanzi alle edicole dei cinque santi ivi sepolti; infine uscivano per visitare la seconda basilica, quella di san Zenone. |
|
La ''Notitia ecclesiarum urbis Romae'' (itinerario per pellegrini, chiamato ''“itinerario di Salisburgo”'' perché scoperto in un codice di ], conservato alla biblioteca nazionale di ]) ci informa dell'esatto percorso seguito dai pellegrini: essi visitavano dapprima la basilica dei santi Tiburzio, Valeriano, Massimo nel sopraterra; scendevano poi nella catacomba per sostare dinanzi alle edicole dei cinque santi ivi sepolti; infine uscivano per visitare la seconda basilica, quella di san Zenone. |
|
|
|
|
|
Di tutti questi luoghi di culto, ipogei e ''sub divo'', l'unico certamente identificato è quello di Gennaro; degli altri, o non restano più tracce, o non sono ancora stati identificati. L'identificazione del luogo di culto di Gennaro è stato reso possibile dal ritrovamento di frammenti marmorei che, ricomposti, hanno dato origine a una grande lastra con il testo-dedica composto da ]: ''“Beatissimo martyri Ianuario Damasus episcop. fecit”''. Curiosa è, inoltre, la storia di un'altra lastra marmorea damasiana dedicata ai santi Felicissimo e Agapito: passata di mano più volte e utilizzata per scopi diversi (anche come base di taglio in un laboratorio di marmi), fu scoperta da Enrico Josi nel ], spezzata in tre tronconi, durante i lavori di smantellamento della ]: i tre frammenti erano stati riutilizzati per la pavimentazione della chiesa. |
|
Di tutti questi luoghi di culto, ipogei e ''sub divo'', l'unico certamente identificato è quello di Gennaro; degli altri, o non restano più tracce, o non sono ancora stati identificati. L'identificazione del luogo di culto di Gennaro è stato reso possibile dal ritrovamento di frammenti marmorei che, ricomposti, hanno dato origine a una grande lastra con il testo-dedica composto da ]: ''“Beatissimo martyri Ianuario Damasus episcop. fecit”''. Curiosa è, inoltre, la storia di un'altra lastra marmorea damasiana dedicata ai santi Felicissimo e Agapito: passata di mano più volte e utilizzata per scopi diversi (anche come base di taglio in un laboratorio di marmi), fu scoperta da Enrico Josi nel ], spezzata in tre tronconi, durante i lavori di smantellamento della ]: i tre frammenti erano stati riutilizzati per la pavimentazione della chiesa.---> |
|
|
|
|
|
== Description ==<!--- |
|
== Description ==<!--- |
Line 42: |
Line 42: |
|
== Bibliography (in Italian) == |
|
== Bibliography (in Italian) == |
|
* {{cite book|author=Lucrezia Spera |date=2004 |publisher=Città del Vaticano |title=Il complesso di Pretestato sulla Via Appia: storia topografica e monumentale di un insediamento funerario paleocristiano nel suburbio di Roma}}<!-- auto-translated from Italian by Module:CS1 translator --> |
|
* {{cite book|author=Lucrezia Spera |date=2004 |publisher=Città del Vaticano |title=Il complesso di Pretestato sulla Via Appia: storia topografica e monumentale di un insediamento funerario paleocristiano nel suburbio di Roma}}<!-- auto-translated from Italian by Module:CS1 translator --> |
|
* {{cite book|author=Leonella De Santis, Giuseppe Biamonte |date=1997 |place=Roma |pp=52.63 |publisher=Newton & Compton |title=Le catacombe di Roma}}<!-- auto-translated from unknown (Italian or Spanish) by Module:CS1 translator --> |
|
* {{cite book|author=Leonella De Santis, Giuseppe Biamonte |date=1997 |place=Roma |pages=52.63 |publisher=Newton & Compton |title=Le catacombe di Roma}}<!-- auto-translated from unknown (Italian or Spanish) by Module:CS1 translator --> |
|
* {{cite journal | author=Mazzei Barbara, Salvetti Carla| title=Il sarcofago attico degli Amorini a Pretestato. Restauro e nuove considerazioni iconografiche |journal= Rivista di Archeologia Cristiana| volume=76 | |
|
* {{cite journal | author=Mazzei Barbara, Salvetti Carla| title=Il sarcofago attico degli Amorini a Pretestato. Restauro e nuove considerazioni iconografiche |journal= Rivista di Archeologia Cristiana| volume=76 | |
|
url=https://www.academia.edu/25578649/Il_sarcofago_attico_degli_amorini_a_Pretestato_Restauro_e_nuove_considerazioni_iconografiche_in_Rivista_di_Archeologia_Cristiana_76_2000_pp_217_242 | publisher=pontificio istituto di archeologia | place= Città del Vaticano | date=2000 | page=218}} |
|
url=https://www.academia.edu/25578649 | publisher=pontificio istituto di archeologia | place= Città del Vaticano | date=2000 | page=218}} |
|
|
|
|
|
] |
|
] |
|
] |
|
] |
|
|
|
|
|
{{Rome-stub}} |